venerdì 25 aprile 2008

Frittata zenzero e cipolla di Giulietta pasticci




Nonostante il temporale di ieri sera, oggi la giornata è stata fantastica e anche se Palemmo è sempre palemmo, il mio 25 aprile è stato bello, da turista con cartina in mano alla volta di piazze, librerie e fori...la compagnia piacevole, un'altra corsista come me e come me anche siciliana...siamo state anche turiste nel pranzo perchè ci siamo lasciate accalappiare da uno di quei ristoranti in cui nessun cliente è romano, fortunatamente la mia amatriciana era decente e pesante, ma credo che così debba essere dato che si usa una parte del maiale molto grassa, la mia amica ha pranzato con una carbonara...ci siamo mantenute leggere per il giro turistico..:)!!!invece la ricetta che vi posto è così semplice che non ha neanche bisogno di spiegazioni, ma ringraziamenti si perchè questa signori miei "è la frittata degli scarti di giulietta pasticci" come lei stessa dice nei commenti, che io ho dimenticato di ringraziare (aggiungo questa frase a posteriori)...ho fatto una frittata da due uova ho aggiunto formaggio grana, prezzemolo, sale e pepe, zenzero e cipolla tagliati a sfoglie sottili, ho fatto riscaldare la padella sulla quale ho versato un goccio d'olio evo e steso la frittata che ho arrotolato man mano..una variante ottima è con zenzero e semi di papavero...


Un ringraziamento specialissimo lo mando a sweetcook di deliziando che mi ha premiata, la ringrazio tantissimo per le parole che ha usato e proprio per questo do questo premio a tutti i blogger che hanno fatto della cucina la loro passione perchè sarebbe riduttivo scriverne 2..sono troppo pochi, ogni blog ha un suo perchè, una sua storia e le sue particolarità, non c'è blog in cui non trovi qualcosa di speciale, qualcosa che mi fa dire "che meraviglia" o "che bontà" o "magari riuscissi a farlo anche io"..tutti quelli in cui vado, in cui scrivo, ne potrei scrivere almeno una trentina e di sceglierne due proprio non se ne parla...bacio a tutti





domenica 20 aprile 2008

Risottino ai funghi porcini





Adoro i risotti, ma soprattutto adoro il sapore che i funghi danno ai piatti, chiaramente questi giorni non sono proprio l'ideale per cucinarli, la stagione dei porcini è l'autunno, ma con il surgelato o ancora meglio l'essiccato si possono ottenere risultati gradevoli, in più il vialone nano, che è il tipo di riso che utilizzo spesso per fare un risottino, ben si presta a risotti semplici e con pochi ingredienti perchè comunque verrà fuori qualcosa di cremoso
e buono.Ha un chicco più tondeggiante e paffutello e risulta essere molto versatile, quindi se non lo conoscete provatelo al più presto, anche perchè mantiene bene la cottura!!!
Per 4 persone:
funghi porcini necessari (un paio di manciate circa..ihihih)
una noce di burro
mezza cipolla
olio evo
vino rosso per sfumare
sale e pepe
tanto prezzemolo
brodo vegetale
250 g di riso vialone nano

Tritare finemente la cipolla, e farla soffriggere in olio evo, quando sarà appassita aggiungere i funghi puliti e tagliati a fette, farli rosolare e unire il riso e il burro dopo che il riso sarà tostato sfumare con il vino e coprire con il brodo.. a cottura ultimata, ci vorranno circa 13 minuti regolate di sale e pepe e spolverare con del formaggio a vostra scelta, dare una mescolata, spegnere il fuoco e lasciare riposare qualche secondo..ma quanto sono buoni e facili i risotti...


giovedì 17 aprile 2008

Bucatini con finocchietti e sarde



Ritorniamo al mio amato pesce, e in particolare alle sarde povere e poco costose ma buone e gustose, che si prestano a mille usi (vedi anche
Crostini di pane rimacinato e alici e Sarde a beccafico)..ricche di sali minerali e vitamine, dei tanto osannati omega 3, acidi grassi che svolgono azioni benefiche su circolazione, su processi infiammatori e degenerativi e sul cuore, in pratica il pesce azzurro è uno di quei pochi alimenti che costa poco, è buono e fa bene...comunque dopo questa premessa vi dico che la "pasta chi saiddi" è la pasta palemmitana forse più conosciuta assieme alle reginette con l'anciova, che poi forse un giorno farò, anche se non penso che la mia sarà mai all'altezza di quella di mio nonno e del nonno di manfredi per i quali fare questa pasta diventa un rito, non so se ci metterei la stessa passione perchè comunque si fa sempre di meno ed io praticamente l'ho mangiata per la prima volta già grandicella, i nonni invece con queste paste ci sono cresciuti dato che non si aveva molta scelta e non tutti potevano permettersi cibi costosi, quindi si andava avanti con ciò che offriva il mare, e vi assicuro che queste cose prima non si mangiavano perchè si era a conoscenza delle loro proprietà benefiche!!!
Per 5 0 6 persone:
500 g di sarde fresche pulite e private della lisca e della testa
2 cipolle tritate
200 g circa di finocchio selvatico di montagna..ma se non lo trovate vanno bene anche le barbette dei classici finocchi
50 g di uva passa
50 g di pinoli
una noce di concentrato di pomodoro
sale e peperoncino
olio evo
un di vino bianco
un di scorza di limone (ma non esagerate)

In un tegame mettere l'olio evo e far soffriggere la cipolla a fuoco medio, aggiungere i finocchietti lavati e tagliati a pezzetti, quando tutto sarà diventato tenero ma non scuro unite uva passa e pinoli, la noce d'estratto precedentemente sciolta in un d'acqua far cucinare ancora qualche minuto e poi unire le sarde, sfumare con vino bianco, mescolarle e schiacciarle leggermente..cucinare per 10 minuti cioè fin quando le sarde non si saranno cotte ma non tenete il condimento troppo sul fuoco altrimenti le sarde diventano stoppose aggiustate di sale e pepe. Preparare 500 g di bucatini e poco prima che finiscano di cucinare , scolarli e trasferirli nel tegame del condimento, saltarli fino a completare la cottura...necessaria per questo piatto è la "muddica atturrata" che viene spolverata sopra la pasta già condita..in una padella mettere del pangrattato e un filo di olio evo e farlo tostare, il colore deve essere ambrato..



lunedì 14 aprile 2008

A bout de soufflè






Incredibile ma vero!!! ispirata dal sopracitato film di godard e dal numero di questo mese di sale e pepe dedicato ai soufflè, mi sono decisa e mi sono cimentata in questa impresa apparentemente impossibile..pensando che se fossero riusciti sarebbero diventati il mio secondo contributo al
club sale & pepe ...bhè l'esperimento è riuscito al
la grande, e poche volte mi sono sentita così capace dato che per me i soufflè sono sempre stati qualcosa da cui stare alla larga per la paura di una non riuscita, e comunque mai assaggiati e mai provati a fare prima d'ora. Una cosa fondamentale è mangiarli subito appena sfornati, anche perchè così non ci si perde la sensazione meravigliosa di affondare il cucchiaio dentro qualcosa di gonfio e sofficissimo, dopo qualche secondo fuori dal forno la magia del soufflè comincia a svanire..questi di sotto, dentro il forno erano alti quasi il doppio di quello che vedete nella foto..Ma il sapore era comunque delizioso un meringato..e allora adesso che so come si fanno posso provare diverse combinazioni..

Soufflè di vaniglia e frutti di bosco:

125 g di frutti di bosco (sale e pepe consiglia solo lamponi...ma in casa avevo fb!!)
2 tuorli
4 albumi
100 g di zucchero semolato
40 g di farina

1 baccello di vaniglia
zucchero a velo
burro per gli stampi
1 pizzico di sale

Accendere il forno a 200° e sistemate una teglia con dell'acqua che possa accogliere gli stampini. Lavate o scongelate i lamponi o i frutt
i di bosco, aprite il baccello di vaniglia e prelevatene i semini. Montate i tuorli con 40 g di zucchero semolato e i semini con le fruste elettriche finchè non saranno gonfi e spumosi. Incorporate la farina, aggiungete 20g di frutti di bosco e mescolate con delicatezza. Montate a neve gli albumi con un pizzico di sale e 50g di zucchero usando le fruste elettriche sino ad ottenere una meringa lucida e soda..i miei albumi sono venuti eccezionali e infatti quando ho tastato la consistenza della meringa ho detto "al 99% questi soufflè vengono bene"...incorporate gli albumi montati a neve al composto di tuorli e frutti di bosco con una palettina muovendola dal basso verso l'alto per non far smontare la crema. Imburrare 4 stampini monoporzione e spolverizzarli con lo zucchero semolato, ponete sul fondo di questi i restanti frutti di bosco (operazione che ho fatto all'inizio per prevenire qualsiasi tipo di intoppo dopo..) e versate sopra il composto, cuocete a bagnomaria i soufflè sistemando gli stampini nella teglia con l'acqua precedentemente messa a riscaldare nel forno, assicuratevi che l'acqua sia i 2/3 di altezza degli stampini, cuocete per 30 minuti a 200° gradi..io li ho fatti cucinare un di più e a fuoco più basso sui 180° ed ho aumentato la temperatura solo alla fine per far scurire la cupola...




E poi volevo cogliere l'occasione per ringraziare
Liquirizia e pippy perchè mi hanno assegnato due premi di cui vado molto orgogliosa pippy di me dice questo:"...a Mike perchè il suo blog è sempre ricco di ricette interessanti e per nulla scontate e..... anche perchè, in questo modo, colgo l'occasione per farle un 'in bocca al lupo' per la sua esperienza romana!!!!" liquirizia dice questo:"
foca futura chef.. tra di noi è stato subito amore!:) Buona fortuna amica, spacca tutti!" e ora tocca a me assegnare questi due premi che unirò in uno solo:





I nominati sono:
Fuori stagione perchè oltre la bravura conta anche il saper trasmettere emozioni e giusy è in grado di farlo, ogni volta che entro nel suo blog respiro aria di mercato quelli in cui si "abbannìa"..il che mi fa molto piacere

Eva Luna perchè è molto simpatica, e il suo modo d'essere mette sempre allegria..

Afrodita
perchè il blog è pieno di ricettine interessanti, per la spenzieratezza che riesce a trasmettere..

Il dolce mondo di Sara mi piace molto questo blog perchè è ben spiegato..poi io in fatto di doci sono una frana quindi ha tutta la mia adorazione

campo di fragole per la sua tenerezza, per la sua presenza e per la sua bravura..bacio a tutti

sabato 12 aprile 2008

La mia consolazione ovvero gli spaghettini alla bottarga




Mio nonno, da bravo pescatore, l'ha sempre chiamata uovo di tonno..e a dire la verità anche io così quando le prime volte sentivo dire bottarga, mi chiedevo cosa potesse essere..da piccola ne avrò mangiata a quintali dato che avevo la produzione a casa, solo dopo che mio nonno ha smesso di salare le uova mi sono resa conto di quanto fosse considerato un cibo pregiato..il prezzo parla chiaro, e a volte la presa per i fondelli è anche gigantesca, per questo preferisco comprarla solo da persone di fiducia e soprattutto mai comprare quella già grattugiata anche perchè a me piace molto a pezzetti nella pasta...quindi ogni volta che voglio mangiare qualcosa che mi soddisfi pienamente mi faccio un bel piatto di spaghettini n°3, faccio un aglio olio e abondante prezzemolo veloce, facendo imbiondire appena l'aglio, unisco la pasta (semi cotta..tanto gli spaghettini vogliono cucinare 5 minuti)la faccio saltare in padella con l'aglio e olio e infine aggiungo il pepe e la bottarga a pezzetti..scusate la foto poco coreografica, ma lo spaghettino non può aspettare i tempi di posa altrimenti diventa una schifezza...ah il contatore dice 10000 e passa grazie a tutti!!!!!


giovedì 10 aprile 2008

Stinco brasato al nero d'avola





Questo a parer mio, è una delle cose più buone che possa uscire da una cucina..sia per la qualità degli ingredienti sia per come questi riescono a fondersi creando un'armonia notevole..bhè volevo dirvi che questa ricetta non è stata eseguita nella mia attuale residenza..ma in quella palermitana, per un pò vivrò di rendita anche se non vi nego che ho già cominciat
o a fare e fotografare chiaramente senza scrivere le dosi..altrimenti qual'è il bello?!?!Oggi per la prima volta ho preso la macchina per andare in un paesino fuori roma e ho preso anche il GRANDE RACCORDO ANULARE, che comunque è veramente grande..io abituata alle straduzze siciliane mi aspettavo una cosa mal fatta e invece è sconvolgente almeno per chi come me ci cammina per la prima volta, ma pensiamo alla ricettina..allora per questo brasato ho usato un nero d'avola molto buono e poco costoso e cioè "contempo abbazia sant'anastasia" che li a palermo si trova a circa 6 euri..




Per 4 persone:
2 stinchi di maiale
1 spicchio d'aglio
1 carota grande
3 foglie d'alloro
1 cipolla
2 chiodi di garofano
1 costa di sedano
farina necessaria
80 g di burro
pepe in grani
1/2 bastoncino di cannella
1 bottiglia di nero d'avola

Passare il sale sulla superficie degli stinchi e metterli a marinare in un recipiente con gli aromi chiusi in una garza, il vino e le verdure tagliate grossolanamente..questa marinatura può arrivare anche alle 12 ore, ma io non ho saputo aspettare e l'ho ridotta ad un paio d'ore...trascorso questo tempo, infarinare gli stinchi e farli soffriggere in una casseruola assieme al burro finchè non si formi una sottile crosticina ambrata. A questo punto unite tutta
la marinatura e far cucinare per un'ora e mezza circa, mescolando di tanto in tanto, fin quando le verdure non si sfalderanno completamente, passate tutto il sughetto al mixer e filtrare un parte del brodo, rimetterlo nel tegame assieme agli stinchi e far addensare, se dovesse risultare ancora lento aggiungete un cucchiaino di farina, aggiustare di sale e pepe, servire con olto sughetto e molto pane per fare la scarpetta.


lunedì 7 aprile 2008

Primo post romano



Ormai lontana dalla mia città, scrivo questo post che non sarà di tematica gastronomica , ma vuole essere una rassegna panoramica di quello che ho lasciato..poi devo familiarizzare con la cucina nuova e ancora non mi sento in vena di creazioni..certo che è difficile abituarsi ad una cucina che comunque sia rientra nella norma dopo aver usufruito di quella di casa mia con 5 fuochi, grandi spazi, utensili e piatti di ogni genere a disposizione,contenitori, il frigo enorme e va bhè sono comnque contenta così, la casa è graziosa e le coinquiline simpatiche..che desiderare di più dalla vita!!!qui sotto non potevano non mancare la mia casetta e il posto in cui abitAVO..in montagna pace e tranquillità assicurati ma nonostante tutto comunque vicino alla città, sarà molto difficile abituarmi alla vita in appartamento, specie dopo aver vissuto 26 anni in zone sempre molto rilassanti!!!



Questa è un panorama meraviglioso che si gode dalla zona dove si trova il mio ristorante, la foto è gentilmente concessa dal mio amico riki (anche se ancora non lo sa)!!!!Si chiama Isola delle femmine perchè anticamente vi era un carcere femminile...




E poi a parte i luoghi a me cari, volevo anche abbracciare tutti i miei familiari e soprattutto il mio bimbetto massimuccio, i miei amici giulietta, anne, riki, nico, protopà che mi staranno vicini da lontano, anche se spero che mi vengano a trovare prima o poi, e poi il mio manfro che mi appoggia in questa cosa che sto portando avanti..e vi lascio con una fotoorrenda ma simpatica giusto per ritornare un pò in me...eh come dicono manfredi e mia mamma:"che è?momento simpatia.."




Avviso ai navigant: la mamma del mio amore ha deciso di diventare anche lei una blogger non senza pochi dissenzi da parte di manfre (il che comunque è normale), ma chiaramente con molti consenzi da parte mia dato che è una tra le cuoche migliori che conosco assieme a mia mamma chiaramente, la signora urania (la mamma di betta), e serenella (la mamma di giulietta)..quindi giusy ha da poco aperto il blog
Fuori stagione ricco di odori e sapori tipici palermitani..che dire di più se non invitarvi a curiosare????!!!!!


sabato 5 aprile 2008

L'utimo post palemmitano


So che non dovrei essere così, so che il mio stato d’animo dovrebbe essere alle stelle, ma mi sento così tesa…forse perché tutto è stato troppo ragionato, tutto troppo pensato e curato, ogni cosa sistemata e quindi???? Ok partirò domani, partirò con la mia macchinetta e mio padre mi farà compagnia..bhè poi c’è il problema del ristorante: siamo senza un cameriere fisso, e quindi al momento c’è ezio, un amico nostro, che ci sta dando una mano in questo periodo di ricerca, ma chiaramente qualcuno si deve trovare..anzi se qualche ragazzo di palermo leggesse il blog e fosse interessato può contattarmi lasciando un commento.


E così sono giunta all’ultimo post palermitano, lo scrivo di sabato dato che non ho avuto il tempo materiale di aggiornare il blog, perchè tra il lavoro, gli amici, famiglia e manfre che intanto ha anche fatto il compleanno non è che mi sia rimasto molto tempo anzi a dire la verità in questi ultimi giorni ho dovuto fare l’impossibile, i salti mortali…comunque la ricetta che vi lascio è qualcosa che con questo periodo ambivalente ha molta attinenza, ambivalente per quanto riguarda emozioni e sensazioni, parlo di felicità e tristezza, di dolce e salato che a volte si fondono in un tutt ’uno per creare armonia, sapori apparentemente discordanti che una volta uniti formano un connubio indissolubile, un po’ come il mio flusso di coscienza attuale che comunque sia sfocerà in qualcosa di nettamente positivo…

Composta di pere e noci:
4 pere kaiser, uso queste pere perché meno dolci rispetto alle altre varietà
La metà del peso delle pere in zucchero
Una spolverata di cannella
Acqua necessaria per coprire le pere
Una manciata di noci tritate


Sbucciare le pere e tagliarle a pezzetti piccolissimi, ricordate che le kaiser sono molto sode quindi non fate
pezzettoni, passarle in un tegame e coprirle con acqua quindi farle cucinare a fuoco medio sin quando l'aspetto non sarà quello tipico della composta se l'acqua dovesse evaporare prima aggiungerne altra ma assicuratevi che prima di aggiungere lo zucchero le pere si siano completamente disfatte, in genere passa un oretta circa, a questo punto unire lo zucchero e far cucinare a fuoco basso mescolando spesso in ultimo aggiungere la cannella e le noci tritate..mescolare fin quando la composta non avrà raggiunto una colorazione ambrata..servite fredda con pecorino romano e pane casereccio...ci vediamo a roma!!!